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Reportage da un viaggio Biasca-Sementina e ritorno, con il Servizio Trasporto Persone Bisognose STPB della sezione samaritana di Biasca.

 

È un bel pomeriggio soleggiato di inizio ottobre, caldo e col cielo terso. Siamo a Biasca in via Chiasso 6, nella nuova e luminosa sede della sezione samaritana inaugurata lo scorso 5 ottobre, dopo il trasloco dalla «mitica» sede in via Mongheria, dove c’era anche il servizio ambulanza Tre Valli Soccorso.

In sede, con un dolce sorriso, ci accoglie la responsabile Laura che ci presenta subito Moreno Baggi, volontario del Servizio Trasporto Persone Bisognose (STPB) della sezione. Oggi con lui accompagneremo un utente a Sementina, dove ha un appuntamento per una seduta di fisioterapia.

Salutiamo con piacere Moreno e subito saliamo in auto, una del parco veicoli del STPB che dispone di ben sei furgoni dotati di rampa omologata (per il trasporto di utenti dipendenti da mezzi ausiliari) e due automobili. Moreno ha il diploma professionale di autista per cui può condurre i veicoli del Servizio. Con il STPB della sezione samaritana di Biasca, ha iniziato quest’anno a colaborare, come volontario. «Da un anno faccio già i trasporti per il Gruppo Sport Inclusivo, un simpatico gruppo di persone con andicap fisici e/o mentali, e mi trovo molto bene con loro, sia come autista che come monitore», ci racconta. Il Gruppo Sport Inclusivo ha sede a Biasca e il borgo è piccolo… la gente parla e quindi ben presto il carattere buono e disponibile di Moreno ha fatto breccia anche nella sezione samaritana. E perciò eccolo ingaggiato come volontario.

Sono molto felice che esista questo servizio.

Dopo pochi minuti, siamo davanti all’abitazione di Paolo (classe 1962) al quale il destino, lo scorso anno, ha riservato un brutto colpo: un infarto con conseguenze circolatorie a una gamba. Dopo un periodo di degenza in una clinica specializzata del Locarnese, ora Paolo deve seguire un paio di volte alla settimana delle sedute di fisioterapia. Vive con i suoi genitori, non ha mai guidato e quindi per lui il servizio di trasporto è una vera e propria fortuna. «Sono molto felice che esista questo servizio», ci dice subito Paolo, persona molto gentile e aperta, che ama parlare. «Mi piace soprattutto viaggiare con Moreno, anche lui ama parlare e anche ridere e scherzare e per me è una vera iniezione di buon umore», dice sorridendo, sincero, e rivolgendosi al guidatore. Sono tre anni che Paolo fa capo al STPB di Biasca.

«Questa mattina ho dovuto fare un trasporto fino a Locarno», ci racconta dal canto suo Moreno, sempre con l’occhio vigile e attento sulla strada. «Mi piace donare il mio tempo a qualcuno, fare del bene al prossimo» – ci confessa. Un’attitudine, questa, che egli aveva già da ragazzino. Infatti per quasi 15 anni ha fatto ogni estate dei periodi di volontariato al Campo per grandi invalidi che si svolge a Olivone, in Valle di Blenio. E per il gruppo di portatori di andicap non conta più né ore né giornate: «A volte è molto impegnativo, specialmente quando andiamo in trasferta per campionati o gare varie, ma la soddisfazione cancella tutti i momenti di stanchezza e tensione. Vedere questi ragazzi e ragazze così contenti/e è un’indescrivibile fonte di gioia pura!» E lo si percepisce nei suoi occhi lucenti che quello che esprime lo sente nel cuore.

Io non guardo l’età, guardo la persona.

«Io non guardo l’età, guardo la persona», continua a raccontare Paolo mentre continuiamo il viaggio verso Sementina. «Ho 57 anni, Moreno non ancora 50 anni ma andiamo d’accordo; tutti noi abbiamo dei problemi nella vita ed è bello ogni tanto aprirsi, con stima e rispetto, e anche riderci sopra. Con Moreno l’umore è sempre alto e lo apprezzo molto per questo.» Ridendo e scherzando, Paolo dice anche che avvisa sempre gli autisti (infatti non sempre c’è Moreno per i suoi trasporti) dicendo loro che se sono stufi di sentirlo parlare, basta che dicano «Paolo spegni la radio!», e lui tace!

Poi per un attimo, la chiacchierata si fa seria… Paolo ricorda la mattina del suo infarto, la colazione, il taglio dell’erba in giardino, il gran caldo e l’acqua fresca che aveva bevuto prendendola dal frigo. Proprio quell’acqua fresca alla quale, poco dopo, aveva attribuito il suo malessere. I dolori al petto, l’intervento della Rega e l’Ospedale a Lugano… «Tutto sommato, sono stato fortunato», ci dice. Accettare un destino avverso che gli ha fatto perdere una gamba (Paolo ha una protesi) non è cosa facile. «Ora le mie gambe sono quelle delle persone volontarie che mi aiutano» – ci dice strizzando l’occhio mentre, accompagnato da Moreno che lo sostiene per uscire dall’auto, si avvia verso la porta della clinica a Sementina.

Moreno ed io ci concediamo un caffè e, dopo un’oretta, ritorniamo con Paolo a Biasca felici, consci di aver fatto qualcosa di buono. Per un’altrettanta buona persona.